Chi è il dipendente affettivo
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Lamiavita
lorenza1980
Lilith
admin
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Chi è il dipendente affettivo
Un dipendente affettivo è una persona che cerca al di fuori di se' ciò che non riesce a trovare dentro di se'.
Dentro di noi c'è un vuoto, un vuoto antico che ci portiamo dietro dall'infanzia.
Da bambini qualcosa non ci ha permesso di crescere in maniera adeguata, non ci siamo sentiti protetti, apprezzati, siamo stati abbandonati (fisicamente o emotivamente), siamo stati trascurati, i nostri genitori non sono stati in grado di procurarci quella sicurezza affettiva di cui un bambino ha bisogno per sviluppare una personalità equilibrata ed un senso di se', una stima di se', un valore di se'.
Alcuni di noi, oltre ad essere stati lasciati alla loro solitudine sono stati vittime di abusi, fisici, verbali, psicologici o sessuali.
Siamo estremamente fragili. Siamo ancora quei bambini impauriti, feriti, oltraggiati. Non siamo in grado di guardarci dentro, non abbiamo un'immagine di noi stessi o quella che abbiamo è distorta o irreale. Non stimiamo noi stessi, ne' tantomeno ci amiamo. Siamo terrorizzati dalla solitudine. Non siamo mai diventati adulti.
Non riusciamo a godere del presente ma siamo sempre proiettati nel futuro o prigionieri del passato. Siamo impulsivi, compulsivi, non riflettiamo.
Siamo sommersi dalla paura e dall'insicurezza. Percepiamo il mondo come un luogo pericoloso e minaccioso.
Vediamo la realtà divisa in “bianco” o “nero”.
La nostra unica salvezza la vediamo nell'altro, nel "
principe azzurro"
, nel cavaliere dall’armatura luccicante che verrà a salvarci nella nostra torre isolata.
Ci illudiamo, ci aspettiamo, speriamo, pretendiamo che quel principe venga a portarci via, a combattere tutte le nostre paure, tutti gli orrori stampati nella nostra memoria o in quel mondo invisibile di ciò che non ricordiamo.
Così ci aggrappiamo all’idea della possibilità di essere finalmente liberate dai gravi pesi che portiamo. Il nostro partner deve diventare la madre affettuosa che non abbiamo avuto oppure il padre presente ed attento che non abbiamo conosciuto.
In realtà non desideriamo amare l’altro ma abusare di lui, come noi siamo state abusate in passato , nel momento in cui in noi qualcosa si è rotto e siamo andate in mille pezzi che vorremmo obbligare il nostro partner a rincollare.
Ci aspettiamo davvero troppo dal nostro principe, nessuno può al posto nostro fare un lavoro che spetta a noi.
Il vuoto che abbiamo dentro, il nostro “cuore affamato” (“hungry heart” per Susan Peabody) ci spinge ad immergerci in un’altra persona e mentre speriamo di essere salvate, in realtà, veniamo soffocate e schiacciate dalla nostra stessa disperazione.
Il vero e sano amore è una relazione tra due persone compiute, ciascuna con una propria definita identità, disposte al reciproco rispetto e disposte anche a rinunciare a qualcosa per l’altro, a dare oltre che a ricevere.
Il dipendente affettivo, al contrario, pur essendo capace di arrivare a calpestare la propria dignità per “amore” dell’altro , in realtà lo “vampirizza”, pretende conforto alle proprie ansie e paure, diviene asfissiante ed è assolutamente incapace di dare amore, poiché in partenza non ama se stesso.
Il dipendente affettivo è totalmente privo di confini tra se’ e gli altri e pertanto è estremamente vulnerabile.
Una persona mediamente equilibrata ha intorno a se’ una sorta di rete formata da cerchi concentrici immaginari. Nei cerchi più vicini al proprio centro pone le persone con cui ha una maggiore intimità, nei cerchi più distanti pone via, via le persone con cui ha minore grado di intimità. La persona con una buona stima di se’ sa stabilire relazioni (di semplice dialogo, conoscenza , amicizia, etc)…che rispettino i suoi “confini”, preservandosi così dalla violazione della propria immagine di se’ e della propria integrità.
Il dipendente affettivo non ha mai potuto creare intorno a se’ questa “rete” protettiva anche perché non ha mai avuto ben chiaro cosa dovesse proteggere, dato che la propria autostima non ha potuto formarsi in maniera armonica o non ha potuto formarsi affatto. Pertanto il dipendente affettivo permette a chiunque di invadere la propria sfera più intima ed indifesa e resta imprigionato nella frustrazione.
Uno dei primi passi verso la guarigione è quello di creare poco a poco questa rete, stabilendo chi vogliamo e chi non vogliamo ed a quale distanza.
Dentro di noi c'è un vuoto, un vuoto antico che ci portiamo dietro dall'infanzia.
Da bambini qualcosa non ci ha permesso di crescere in maniera adeguata, non ci siamo sentiti protetti, apprezzati, siamo stati abbandonati (fisicamente o emotivamente), siamo stati trascurati, i nostri genitori non sono stati in grado di procurarci quella sicurezza affettiva di cui un bambino ha bisogno per sviluppare una personalità equilibrata ed un senso di se', una stima di se', un valore di se'.
Alcuni di noi, oltre ad essere stati lasciati alla loro solitudine sono stati vittime di abusi, fisici, verbali, psicologici o sessuali.
Siamo estremamente fragili. Siamo ancora quei bambini impauriti, feriti, oltraggiati. Non siamo in grado di guardarci dentro, non abbiamo un'immagine di noi stessi o quella che abbiamo è distorta o irreale. Non stimiamo noi stessi, ne' tantomeno ci amiamo. Siamo terrorizzati dalla solitudine. Non siamo mai diventati adulti.
Non riusciamo a godere del presente ma siamo sempre proiettati nel futuro o prigionieri del passato. Siamo impulsivi, compulsivi, non riflettiamo.
Siamo sommersi dalla paura e dall'insicurezza. Percepiamo il mondo come un luogo pericoloso e minaccioso.
Vediamo la realtà divisa in “bianco” o “nero”.
La nostra unica salvezza la vediamo nell'altro, nel "
principe azzurro"
, nel cavaliere dall’armatura luccicante che verrà a salvarci nella nostra torre isolata.
Ci illudiamo, ci aspettiamo, speriamo, pretendiamo che quel principe venga a portarci via, a combattere tutte le nostre paure, tutti gli orrori stampati nella nostra memoria o in quel mondo invisibile di ciò che non ricordiamo.
Così ci aggrappiamo all’idea della possibilità di essere finalmente liberate dai gravi pesi che portiamo. Il nostro partner deve diventare la madre affettuosa che non abbiamo avuto oppure il padre presente ed attento che non abbiamo conosciuto.
In realtà non desideriamo amare l’altro ma abusare di lui, come noi siamo state abusate in passato , nel momento in cui in noi qualcosa si è rotto e siamo andate in mille pezzi che vorremmo obbligare il nostro partner a rincollare.
Ci aspettiamo davvero troppo dal nostro principe, nessuno può al posto nostro fare un lavoro che spetta a noi.
Il vuoto che abbiamo dentro, il nostro “cuore affamato” (“hungry heart” per Susan Peabody) ci spinge ad immergerci in un’altra persona e mentre speriamo di essere salvate, in realtà, veniamo soffocate e schiacciate dalla nostra stessa disperazione.
Il vero e sano amore è una relazione tra due persone compiute, ciascuna con una propria definita identità, disposte al reciproco rispetto e disposte anche a rinunciare a qualcosa per l’altro, a dare oltre che a ricevere.
Il dipendente affettivo, al contrario, pur essendo capace di arrivare a calpestare la propria dignità per “amore” dell’altro , in realtà lo “vampirizza”, pretende conforto alle proprie ansie e paure, diviene asfissiante ed è assolutamente incapace di dare amore, poiché in partenza non ama se stesso.
Il dipendente affettivo è totalmente privo di confini tra se’ e gli altri e pertanto è estremamente vulnerabile.
Una persona mediamente equilibrata ha intorno a se’ una sorta di rete formata da cerchi concentrici immaginari. Nei cerchi più vicini al proprio centro pone le persone con cui ha una maggiore intimità, nei cerchi più distanti pone via, via le persone con cui ha minore grado di intimità. La persona con una buona stima di se’ sa stabilire relazioni (di semplice dialogo, conoscenza , amicizia, etc)…che rispettino i suoi “confini”, preservandosi così dalla violazione della propria immagine di se’ e della propria integrità.
Il dipendente affettivo non ha mai potuto creare intorno a se’ questa “rete” protettiva anche perché non ha mai avuto ben chiaro cosa dovesse proteggere, dato che la propria autostima non ha potuto formarsi in maniera armonica o non ha potuto formarsi affatto. Pertanto il dipendente affettivo permette a chiunque di invadere la propria sfera più intima ed indifesa e resta imprigionato nella frustrazione.
Uno dei primi passi verso la guarigione è quello di creare poco a poco questa rete, stabilendo chi vogliamo e chi non vogliamo ed a quale distanza.
admin- Amministratore e Step Sponsor
- Messaggi : 905
Data d'iscrizione : 05.09.11
Età : 55
Re: Chi è il dipendente affettivo
Ciao admin.
Che descrizione dettagliata e veritiera.
Sono in questo forum da qualche giorno e mi fa molto piacere poter leggere le testimonianze di altre donne come me e poter scrivere.
Non a caso ho trovato questo sito proprio ora, sono anni che giro attorno al problema dipendenza affettiva ma quando sono dentro alla mia coazione perdo la lucidità, troppo intenta a salvarLO e troppo intenta ad arrabbiarmi ( finalmente dico io dopo 40 anni di implosione grazie alla terapia ) e troppo impegnata a soffrire.
Ho alcune amiche veramente preziose, ho perso mia madre 7 anni fa per cui loro sono il mio cerchio di protezione e traggo amore e sostegno da loro.
Mi madre ed io eravamo legatissime, un amore fusionale, un amore analizzato in terapia.
La mamma soffriva di depressione negli ultimi anni e attorno alla sua morte c'è un velo di mistero....
Un suicidio, forse inconscio... investita da un camion.
Non voleva fare più soffrire me ed il papà.
Il papà, tanto bello, colto, distaccato, un orco l'ha definito quello che ora è il mio carnefice coazione amico confidente amante e POA....
Un papà che mi vuole un mondo di bene ma che da bambina io questo bene non l'ho percepito, troppo assente per lavoro e poco caldo di coccole per carattere.
Le mie amiche sono donne consapevoli ed intelligenti qualcuna in terapia come me, altre già dato, altre un pò dipendenti ma ignare.
Non capiscono cosa mi succede.
Sanno che non sono malata, che non ho un male mortale e non capiscono il mio soffrire.
Un amica mi dice che sono fragile e non ho volontà.
Come si fa a parlare con persone che non sanno quella che è la dipendenza o peggio ancora, sono dipendenti ma vivono dentro al loro personale Matrix?.
Grazie di esserci.
Che descrizione dettagliata e veritiera.
Sono in questo forum da qualche giorno e mi fa molto piacere poter leggere le testimonianze di altre donne come me e poter scrivere.
Non a caso ho trovato questo sito proprio ora, sono anni che giro attorno al problema dipendenza affettiva ma quando sono dentro alla mia coazione perdo la lucidità, troppo intenta a salvarLO e troppo intenta ad arrabbiarmi ( finalmente dico io dopo 40 anni di implosione grazie alla terapia ) e troppo impegnata a soffrire.
Ho alcune amiche veramente preziose, ho perso mia madre 7 anni fa per cui loro sono il mio cerchio di protezione e traggo amore e sostegno da loro.
Mi madre ed io eravamo legatissime, un amore fusionale, un amore analizzato in terapia.
La mamma soffriva di depressione negli ultimi anni e attorno alla sua morte c'è un velo di mistero....
Un suicidio, forse inconscio... investita da un camion.
Non voleva fare più soffrire me ed il papà.
Il papà, tanto bello, colto, distaccato, un orco l'ha definito quello che ora è il mio carnefice coazione amico confidente amante e POA....
Un papà che mi vuole un mondo di bene ma che da bambina io questo bene non l'ho percepito, troppo assente per lavoro e poco caldo di coccole per carattere.
Le mie amiche sono donne consapevoli ed intelligenti qualcuna in terapia come me, altre già dato, altre un pò dipendenti ma ignare.
Non capiscono cosa mi succede.
Sanno che non sono malata, che non ho un male mortale e non capiscono il mio soffrire.
Un amica mi dice che sono fragile e non ho volontà.
Come si fa a parlare con persone che non sanno quella che è la dipendenza o peggio ancora, sono dipendenti ma vivono dentro al loro personale Matrix?.
Grazie di esserci.
Lilith- Messaggi : 202
Data d'iscrizione : 15.07.12
Re: Chi è il dipendente affettivo
beh qualcuno mi prende per pazza...Tante persone credono che io sia matta e che abbia bisogno di cure.. Sono dipendente dalla mia famiglia, ho sempre avuto poco affetto da loro. Strano che tutti i fidanzati che ho avuto assomigliavano caratterialmente ai miei: discostanti, egoisti e pronti a giudicarmi...Spero ci poter vincere le mie debolezze e curarmi perchà sarebbe bello se iniziassi ad amarmi fregandomi di chi ama in modo disturbato... un augurio a tutte...
lorenza1980- Messaggi : 143
Data d'iscrizione : 29.07.12
Re: Chi è il dipendente affettivo
Lorenza, l'importante è cominciare a saperlo e a fidarsi di se. Poi se cerchi troverai la strada per l'equilibrio...non è semplice.
Lamiavita- Servizio Accoglienza
- Messaggi : 105
Data d'iscrizione : 01.06.12
Re: Chi è il dipendente affettivo
"
Non riusciamo a godere del presente ma siamo sempre proiettati nel futuro o prigionieri del passato. Siamo impulsivi, compulsivi, non riflettiamo.
Siamo sommersi dalla paura e dall'insicurezza."
E' la mia descrizione. Oggi ho vissuto qualche momento di gioia (ovviamente per merito del mio POA) e 10 minuti dopo ero angosciata nel chiedermi che cosa significassero le sue parole, i suoi gesti. Quanto ancora durerà. Sposata io, sposato lui con un figlio nato da poco. Dura da più di un anno. Ora che è nato il bimbo lui ha trovato il suo scopo nella vita, il suo percorso, il completamento della sua famiglia, che era ciò che da molto tempo cercava. E allora perché nella sua vita ci sono ancora io? Perché mi tiene legata a sé pur senza illudermi?
Quanta insicurezza dentro me, quanta angoscia al solo pensiero che, prima o poi, lo perderò...
Violarancio
Non riusciamo a godere del presente ma siamo sempre proiettati nel futuro o prigionieri del passato. Siamo impulsivi, compulsivi, non riflettiamo.
Siamo sommersi dalla paura e dall'insicurezza."
E' la mia descrizione. Oggi ho vissuto qualche momento di gioia (ovviamente per merito del mio POA) e 10 minuti dopo ero angosciata nel chiedermi che cosa significassero le sue parole, i suoi gesti. Quanto ancora durerà. Sposata io, sposato lui con un figlio nato da poco. Dura da più di un anno. Ora che è nato il bimbo lui ha trovato il suo scopo nella vita, il suo percorso, il completamento della sua famiglia, che era ciò che da molto tempo cercava. E allora perché nella sua vita ci sono ancora io? Perché mi tiene legata a sé pur senza illudermi?
Quanta insicurezza dentro me, quanta angoscia al solo pensiero che, prima o poi, lo perderò...
Violarancio
violarancio- Messaggi : 153
Data d'iscrizione : 30.07.12
Re: Chi è il dipendente affettivo
Ciao Violarancio,
io non mi chiederei perchè lui ti vuole ancora nella sua vita, ma perchè tu lo vuoi nella tua! Continuiamo ad arrovellarci la mente per capire le loro dinamiche e come al solito perdiamo di vista la cosa più importante: NOI! Ti sei domandata perchè tu lo vuoi nella tua? Cosa ti manca? Che cosa ti spinge ad avere questa paura incredibile di perderlo? E' tutto lì il problema...loro arrivano nella nostra vita per farci vedere dentro...noi continuiamo a spostare il problema da noi a loro...io anche faccio ancora lo stesso..bisogna cambiare, bisogna agire nel cambiare quello che nella nostra vita non va, o perlomeno identificarlo!
a presto
io non mi chiederei perchè lui ti vuole ancora nella sua vita, ma perchè tu lo vuoi nella tua! Continuiamo ad arrovellarci la mente per capire le loro dinamiche e come al solito perdiamo di vista la cosa più importante: NOI! Ti sei domandata perchè tu lo vuoi nella tua? Cosa ti manca? Che cosa ti spinge ad avere questa paura incredibile di perderlo? E' tutto lì il problema...loro arrivano nella nostra vita per farci vedere dentro...noi continuiamo a spostare il problema da noi a loro...io anche faccio ancora lo stesso..bisogna cambiare, bisogna agire nel cambiare quello che nella nostra vita non va, o perlomeno identificarlo!
a presto
Paoletta- Messaggi : 73
Data d'iscrizione : 15.05.12
Re: Chi è il dipendente affettivo
[quote="
violarancio"
]"
Non riusciamo a godere del presente ma siamo sempre proiettati nel futuro o prigionieri del passato. Siamo impulsivi, compulsivi, non riflettiamo.
Siamo sommersi dalla paura e dall'insicurezza."
E' la mia descrizione. Oggi ho vissuto qualche momento di gioia (ovviamente per merito del mio POA) e 10 minuti dopo ero angosciata nel chiedermi che cosa significassero le sue parole, i suoi gesti. Quanto ancora durerà. Sposata io, sposato lui con un figlio nato da poco. Dura da più di un anno. Ora che è nato il bimbo lui ha trovato il suo scopo nella vita, il suo percorso, il completamento della sua famiglia, che era ciò che da molto tempo cercava. E allora perché nella sua vita ci sono ancora io? Perché mi tiene legata a sé pur senza illudermi?
Quanta insicurezza dentro me, quanta angoscia al solo pensiero che, prima o poi, lo perderò...
Violarancio[/quote]
Cara Violarancio...come ti capisco! Pur di godere di quei pochi attimi di ebrezza siamo disposte a sopportare di tutto! E probabilmente la responsabilità è nostra, solo nostra. Ma solo chi vive storie come quelle di tutte noi può capire la grande angoscia che costantemente proviamo. Però voglio dirti una cosa....anche se ancora non ne sono uscita ho fede e speranza che prima o poi vedrò l'uscita dal tunnel. E concordo pienamente con quanto scritto da Paoletta. Forza allora...testa alta e sguardo al futuro.....
violarancio"
]"
Non riusciamo a godere del presente ma siamo sempre proiettati nel futuro o prigionieri del passato. Siamo impulsivi, compulsivi, non riflettiamo.
Siamo sommersi dalla paura e dall'insicurezza."
E' la mia descrizione. Oggi ho vissuto qualche momento di gioia (ovviamente per merito del mio POA) e 10 minuti dopo ero angosciata nel chiedermi che cosa significassero le sue parole, i suoi gesti. Quanto ancora durerà. Sposata io, sposato lui con un figlio nato da poco. Dura da più di un anno. Ora che è nato il bimbo lui ha trovato il suo scopo nella vita, il suo percorso, il completamento della sua famiglia, che era ciò che da molto tempo cercava. E allora perché nella sua vita ci sono ancora io? Perché mi tiene legata a sé pur senza illudermi?
Quanta insicurezza dentro me, quanta angoscia al solo pensiero che, prima o poi, lo perderò...
Violarancio[/quote]
Cara Violarancio...come ti capisco! Pur di godere di quei pochi attimi di ebrezza siamo disposte a sopportare di tutto! E probabilmente la responsabilità è nostra, solo nostra. Ma solo chi vive storie come quelle di tutte noi può capire la grande angoscia che costantemente proviamo. Però voglio dirti una cosa....anche se ancora non ne sono uscita ho fede e speranza che prima o poi vedrò l'uscita dal tunnel. E concordo pienamente con quanto scritto da Paoletta. Forza allora...testa alta e sguardo al futuro.....
laura- Messaggi : 16
Data d'iscrizione : 22.06.12
Re: Chi è il dipendente affettivo
Forse la cosa più strana è che sono perfettamente cosciente dei bisogni che ho e del perché mi lego così a lui. Ho sempre avuto bisogno di conferme, di essere cercata, quasi adorata. Ho bisogno di essere importante per qualcuno, bisogno di conquistare l'inconquistabile. Questo mi porta all'autodistruzione. Cerco affetto lì dove non può esserci. E il sesso è l'unico modo che conosco per tenerlo legato ancora a me.
Ma la consapevolezza di non essere amata mi angoscia ogni volta di più, e il sesso diventa un'arma a doppio taglio...
Ma la consapevolezza di non essere amata mi angoscia ogni volta di più, e il sesso diventa un'arma a doppio taglio...
violarancio- Messaggi : 153
Data d'iscrizione : 30.07.12
Re: Chi è il dipendente affettivo
cara violarancio, hai letto la mia storia? Mi ritrovo così tanto nelle tue parole. Riesco a capire così bene la tua angoscia! Sempre, quando ci infiliamo in amori malati, è per colmare un vuoto, per distrarci da noi stessi e dai nostri problemi. Quando abbiamo così bisogno di conferme è perchè abbiamo una bassissima stima di noi. Certo, lo so bene, un attimo sei in paradiso, ti senti la donna più bella e più amata del mondo. La più forte, unica e speciale. Un attimo dopo ti senti una nullità, avresti voglia di picchiarti da sola per quanto siamo state per l'ennesima volta stupide. E non è strano che che tu sia cosciente del perchè sei così legata a lui. Se sei qui è perchè hai capito di avere un problema. Ma un conto è capire, un conto è fare un certo tipo di percorso. E questo è molto, ma molto difficile. Io ho deciso di provarci. Sono ricaduta tante volte alle sue lusinghe. Anche se il nostro rapporto è più di testa che fisico. I nostri incontri, in 3 anni, si contano sulle dita di 2 mani. Faccio 3 passi avanti e uno indietro. Ma non mollo. Perchè ho capito che l'unico mezzo che abbiamo per riconquistare noi stesse è innanzitutto staccarci da queste persone che non ci rispettano, e quindi non ci amano. Spero di riuscirci, perchè anche io sono veramente allo stremo.
Cerca di guardarti dentro e ripetiti in continuazione che tutte quelle cose che lui ti ha fatto sentire sono dentro di te. Che lui ti ha fatto sentire speciale perchè forse tu sei speciale. Indipendentemente da lui. Forse dovremmo prendere le ns storie come occasioni che ci vengono offerte per capire il nostro valore. Un abbraccio forte.
Cerca di guardarti dentro e ripetiti in continuazione che tutte quelle cose che lui ti ha fatto sentire sono dentro di te. Che lui ti ha fatto sentire speciale perchè forse tu sei speciale. Indipendentemente da lui. Forse dovremmo prendere le ns storie come occasioni che ci vengono offerte per capire il nostro valore. Un abbraccio forte.
laura- Messaggi : 16
Data d'iscrizione : 22.06.12
Re: Chi è il dipendente affettivo
Laura sì, ho letto la tua storia e comprendo la sofferenza che ti attanaglia. Io non sono innamorata di quest'uomo che mi fa così soffrire, ma nonostante questo non riesco a decidermi. Mille volte ho tentato di lasciarlo, ma non è servito, sono sempre tornata sui miei passi. E' tutto sbagliato, tutto...
violarancio- Messaggi : 153
Data d'iscrizione : 30.07.12
Re: Chi è il dipendente affettivo
Si, è difficilissimo, e ogni volta sembra che le forze calino sempre di più. Oggi non mi ha mai cercata e io sono uno straccio. Ma si può essere più stupide? Coraggio Violarancio, teniamo duro e forse ce la faremo....
laura- Messaggi : 16
Data d'iscrizione : 22.06.12
Re: Chi è il dipendente affettivo
La descrizione è così uguale alla mia che ho pianto quando l'ho letto. Io mi sento esattamente così, in mille pezzi. Sento di non avere personalità perché non riconosco il mio modo di agire, di dire, di fare. Questa non sono io. Vivo la mia vita da spettatrice e non da protagonista ed è così terribile. In questi ultimi mesi da quando ho capito di avere questo problema ho cercato qualcuno che mi raccontasse la sua esperienza. Qui ci siete voi, con età e percorsi diversi, ma tutte condividiamo la stessa sofferenza. Non mi sento più sola e diversa, e sento per la prima volta che c'è qualcuno che mi capisce, che ci è uscito. Senso di appartenenza, è questo che mi mancava. Non so amare e non mi sento amata e forse non riesco neanche a farmi amare dalle persone che lo vorrebbero fare. Questo però mi da coraggio e voglia di cambiare! Penso che questa sia la conquista più difficile delle nostre vite, ma raggiunta la fine del tunnel saremo persone con la P maiuscola.
Grazie a tutte!!
Grazie a tutte!!
angie.miao- Messaggi : 38
Data d'iscrizione : 03.08.12
Re: Chi è il dipendente affettivo
Siamo quì tutte, tutti, con lo stesso obiettivo.
Guarire.
E' bene che ci diciamo di essere malate, così diamo una connotazione ben definita a questo problema.
Alle persone che non sentono questo disagio o che lo nascondono dietro scuse di inconsapevolezza, la parola "
malattia"
sembra troppo.
E' una malattia dell'anima....
E' una macchia nera che corrode, distrugge, sabota, fa soffrire.
E' dipendenza affettiva.
Sì, certo, l'amore è ibris, è follia.
Ma follia sana.
Questo deve essere.
Non siamo certo aiutate dalla cultura che come scriveva giustamente la cara Robin Norwood...ci si può confondere con tutte le canzoni tristi "
il mio amore per te.....e tu non ci sei.... mi sento morire"
...e bla bla bla.
Siamo un mondo di dipendenti affettivi?.
La mia psico un giorno mi ha parlato di dipendenza affettiva SANA, ovvero "
se tu, amato, ci sei, io sto bene, se tu non ci sei, io sto bene"
.
A questo dobbiamo tendere.
Coraggio a tutte.
Guarire.
E' bene che ci diciamo di essere malate, così diamo una connotazione ben definita a questo problema.
Alle persone che non sentono questo disagio o che lo nascondono dietro scuse di inconsapevolezza, la parola "
malattia"
sembra troppo.
E' una malattia dell'anima....
E' una macchia nera che corrode, distrugge, sabota, fa soffrire.
E' dipendenza affettiva.
Sì, certo, l'amore è ibris, è follia.
Ma follia sana.
Questo deve essere.
Non siamo certo aiutate dalla cultura che come scriveva giustamente la cara Robin Norwood...ci si può confondere con tutte le canzoni tristi "
il mio amore per te.....e tu non ci sei.... mi sento morire"
...e bla bla bla.
Siamo un mondo di dipendenti affettivi?.
La mia psico un giorno mi ha parlato di dipendenza affettiva SANA, ovvero "
se tu, amato, ci sei, io sto bene, se tu non ci sei, io sto bene"
.
A questo dobbiamo tendere.
Coraggio a tutte.
Lilith- Messaggi : 202
Data d'iscrizione : 15.07.12
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