L'origine più profonda del desiderio d'amore
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L'origine più profonda del desiderio d'amore
L'origine più profonda del desiderio d'amore
Jurg Willi, direttore della clinica psichiatrica dell'Università di Zurigo e docente di psichiatria e psicoterapia, dice che in ogni essere umano è presente il desiderio di potersi abbandonare nel completo godimento di un eterno abbraccio: si tratta del desiderio di realizzare il perfetto abbandono nell'amore.
Nella vita il perfetto abbandono nell'amore si limita solo ad alcuni momenti di felicità che sono impossibili da prolungare e conservare.
Nel periodo che caratterizza l'innamoramento, per esempio, si crea un clima d'intenso entusiasmo affettivo in cui gli innamorati sperimentano la sensazione momentanea del perfetto abbandono nell'amore, la sensazione di un'accettazione incondizionata e totale al di là dell’io e del tu, del tempo e dello spazio: non si tratta dell'assoluto ma di una finestra da cui si può intravedere la trascendenza.
Questo tipo d'amore, inizialmente, non conosce altro bisogno se non quello di stare insieme, ma si tratta di un periodo che ha una durata limitata e che precede lo sforzo quotidiano per la riuscita del rapporto.
L’innamoramento è il periodo in cui si desidera realizzare con la persona da cui si è attratti un’unione completa, esclusiva, totale e, nello stato nascente di questo movimento che gli innamorati intraprendono verso l’obbiettivo della fusione affettiva, essi sperimentano una sensazione intensa, straordinaria, esaltante.
L’entusiasmo affettivo straordinario che si ha nel periodo dell’innamoramento è uno stato transitorio destinato a diminuire appena inizia l’amore, che consiste nello stare insieme veramente con la realtà e con la totalità della persona dell’altro: amore deriva dalla parola greca ama che significa insieme.
Anche se la scelta del coniuge, che deve essere fatta in base a criteri di affinità e di affidabilità dal punto di vista delle idee e dei progetti di vita, è stata una buona scelta, appena la conoscenza si fa più profonda, attraverso l’unione con tutti gli aspetti della vita dell’altro, ci si rende conto che l’altro è un essere imperfetto come noi: quando si vive veramente insieme con una persona, quando si vivono insieme le costrizioni della vita quotidiana, le preoccupazioni materiali e le responsabilità comuni, diventa sempre più evidente che l’amore fra l’uomo e la donna è per sua natura un amore limitato, soggetto a tensioni, difficoltà, delusioni e non in grado di realizzare le aspettative e le sensazioni esaltanti che accompagnano l’innamoramento.
L’amore fra l’uomo e la donna è un amore in cui non è possibile abbandonarsi completamente nelle braccia dell’altro senza avere più problemi, ma è un amore in cui occorre fare uno sforzo quotidiano per la riuscita del rapporto, cioè occorre l’impegno della volontà e della ragione, il sacrificio, la responsabilità, la capacità di perdonare, la capacità di ricominciare.
La relazione fra l’uomo e la donna non è immune da tensioni e difficoltà ma, al contrario, è sempre insistentemente minacciata e richiede di essere difesa, rinnovata e costruita ogni giorno.
Da dove nasce l’entusiasmo affettivo straordinario degli innamorati che sentono e intravedono la possibilità di potersi abbandonare nel completo godimento di un eterno abbraccio?
Questa sensazione meravigliosa nasce da un’esigenza che è prettamente spirituale. In ogni essere umano è presente la tendenza verso l’assoluto, il bisogno di un bene infinito, assoluto, totale: questo bisogno è in realtà un bisogno di Dio perché nessun bene materiale, nessun amore umano può essere infinito, assoluto, totale.
Per Jurg Willi, l'aspirazione al perfetto abbandono nell'amore ha il carattere archetipico dell'unione mistica: è il desiderio di uno stato originario in cui ci si fonde liberamente in un tutto più vasto, si fa parte di qualcosa che tutto comprende.
Si tratta del desiderio di ritornare a quella situazione paradisiaca in cui lo stato d'isolamento si dissolve e si confluisce in una coscienza trascendente. E', in fondo, una nostalgia religiosa dell'unione mistica con Dio, nella quale ci si svuota di ogni creatura limitata e imperfetta per essere riempiti della Divinità. Nell’inconscio di ogni essere umano, all'origine del desiderio d'amore c'è il desiderio di Dio. In questa vita, infatti, il perfetto abbandono nell'amore si limita ad alcuni momenti impossibili da prolungare e conservare: ogni amore umano è, per sua natura, limitato, imperfetto, soggetto alla delusione, incapace di riempire completamente il cuore dell'uomo.
Tutti gli esseri umani hanno bisogno di sentirsi completi e appagati totalmente, tutti hanno bisogno di questa pienezza, tutti hanno bisogno di essere riempiti da Dio e nessuno è un recipiente con le stesse capacità di un altro: il Paradiso è proprio quella condizione in cui ognuno avrà tutto ciò che basta per lui.
Credere che sia possibile trovare nel coniuge o nell'amante colui o colei che possa soddisfare tutti i nostri bisogni e tutte le nostre aspirazioni costituisce propriamente l'illusione del cosiddetto amore romantico
L'amore romantico è un tentativo di realizzare lo stato paradisiaco in terra attraverso un'esperienza di solidarietà perfetta con un essere umano che viene ritenuto portatore di qualcosa di assoluto e che ci è sempre mancato.
Si tratta di un desiderio verso la totalità, verso la perfezione che dà origine ad una sorta di ossessione della fantasia concentrata sull'immagine della persona amata le cui caratteristiche sembrano avere un fascino speciale.
Gli studiosi di psicologia concordano nel ritenere che, in realtà, l'immagine che seduce negli innamoramenti di tipo romantico - e soprattutto nella fenomenologia del colpo di fulmine - è un'immagine interiore che l'altro è stato capace soltanto di richiamare alla mente: si tratta di una dimensione interna che emerge, l'individuo viene - rapito - non dall'essere che gli sta dinanzi ma da un'idea di cui era inconsciamente portatore, un'idea che viene risvegliata ed evocata dall'incontro.
L'amore romantico non funziona mai perché non appartiene alla realtà dei rapporti umani, esso è il surrogato di un'esigenza religiosa che non ha trovato o che ha smarrito la propria consapevolezza: nasce dal tentativo di attribuire ad una creatura umana un valore di infinità, dal tentativo di concentrare su questa il desiderio insoddisfatto di perfezione e di infinito.
Quando il desiderio di realizzare il perfetto abbandono nell'amore viene cercato non in Dio ma nelle creature, il cuore dell'uomo diventa inquieto e questo può indurre ad una ricerca quasi morbosa di rapporti sentimentali o sessuali che tuttavia non sono in grado di soddisfarlo.
(cfr Jurg Willi, Che cosa tiene insieme le coppie, Arnoldo Mondadori editore, Milano 1992, traduzione di Paola Massardo e Palma Severi, pp.20-24;
cfr Francesco Alberoni, Innamoramento e amore, Garzanti, Milano 1992, pp.21, 57, 62, 77-78;
cfr Aldo Carotenuto, Eros e Pathos, Bompiani, Milano 1994, pp.21-25, 41-47;
cfr M. Scott Peck, Un’infinita voglia di bene, Frassinelli editore, Como 1995, traduzione di Laura Sgorbati Buosi, pp.224-225 )
S. Agostino, che prima della conversione confessava di non poter dormire in un letto senza una donna, scrive :"
Ci hai fatti per Te, Signore, e il nostro cuore sarà irrequieto fin quando non si abbandonerà in Te"
( citato in S. Tommaso d’Aquino, Opuscoli teologico-spirituali, ed Paoline, Roma 1976, traduzione di P. Raimondo M. Sorgia o.p., pag. 254 )
La dottrina della Chiesa Cattolica ricorda che il bisogno di un amore assoluto e perfetto troverà soluzione e appagamento soltanto nella vita del mondo che verrà perché solo l'unione con Dio farà nascere nell'uomo un amore di tale profondità in grado di soddisfare ogni bisogno ed in grado di rendere inutile la stessa necessità del matrimonio, la stessa necessità della relazione sessuale: solo la perfetta comunione con Dio realizzerà la perfetta comunione con se stessi e con gli altri. Per questo Nostro Signore Gesù Cristo rivela che: - alla risurrezione.... non si prende né moglie né marito, ma si è come angeli nel cielo–(Mt 22,30;
cfr Giovanni Paolo II, Uomo e donna lo creò, catechesi sull’amore umano, Città nuova editrice e Libreria editrice Vaticana, Roma 1985, capitolo 68 )
Pretendere dalla relazione di coppia un amore senza limiti, senza difetti, senza delusioni significa non comprendere la necessità dell'impegno, del sacrificio, della responsabilità per la riuscita del rapporto.
http://www.paginecattoliche.it/amore2.htm
Jurg Willi, direttore della clinica psichiatrica dell'Università di Zurigo e docente di psichiatria e psicoterapia, dice che in ogni essere umano è presente il desiderio di potersi abbandonare nel completo godimento di un eterno abbraccio: si tratta del desiderio di realizzare il perfetto abbandono nell'amore.
Nella vita il perfetto abbandono nell'amore si limita solo ad alcuni momenti di felicità che sono impossibili da prolungare e conservare.
Nel periodo che caratterizza l'innamoramento, per esempio, si crea un clima d'intenso entusiasmo affettivo in cui gli innamorati sperimentano la sensazione momentanea del perfetto abbandono nell'amore, la sensazione di un'accettazione incondizionata e totale al di là dell’io e del tu, del tempo e dello spazio: non si tratta dell'assoluto ma di una finestra da cui si può intravedere la trascendenza.
Questo tipo d'amore, inizialmente, non conosce altro bisogno se non quello di stare insieme, ma si tratta di un periodo che ha una durata limitata e che precede lo sforzo quotidiano per la riuscita del rapporto.
L’innamoramento è il periodo in cui si desidera realizzare con la persona da cui si è attratti un’unione completa, esclusiva, totale e, nello stato nascente di questo movimento che gli innamorati intraprendono verso l’obbiettivo della fusione affettiva, essi sperimentano una sensazione intensa, straordinaria, esaltante.
L’entusiasmo affettivo straordinario che si ha nel periodo dell’innamoramento è uno stato transitorio destinato a diminuire appena inizia l’amore, che consiste nello stare insieme veramente con la realtà e con la totalità della persona dell’altro: amore deriva dalla parola greca ama che significa insieme.
Anche se la scelta del coniuge, che deve essere fatta in base a criteri di affinità e di affidabilità dal punto di vista delle idee e dei progetti di vita, è stata una buona scelta, appena la conoscenza si fa più profonda, attraverso l’unione con tutti gli aspetti della vita dell’altro, ci si rende conto che l’altro è un essere imperfetto come noi: quando si vive veramente insieme con una persona, quando si vivono insieme le costrizioni della vita quotidiana, le preoccupazioni materiali e le responsabilità comuni, diventa sempre più evidente che l’amore fra l’uomo e la donna è per sua natura un amore limitato, soggetto a tensioni, difficoltà, delusioni e non in grado di realizzare le aspettative e le sensazioni esaltanti che accompagnano l’innamoramento.
L’amore fra l’uomo e la donna è un amore in cui non è possibile abbandonarsi completamente nelle braccia dell’altro senza avere più problemi, ma è un amore in cui occorre fare uno sforzo quotidiano per la riuscita del rapporto, cioè occorre l’impegno della volontà e della ragione, il sacrificio, la responsabilità, la capacità di perdonare, la capacità di ricominciare.
La relazione fra l’uomo e la donna non è immune da tensioni e difficoltà ma, al contrario, è sempre insistentemente minacciata e richiede di essere difesa, rinnovata e costruita ogni giorno.
Da dove nasce l’entusiasmo affettivo straordinario degli innamorati che sentono e intravedono la possibilità di potersi abbandonare nel completo godimento di un eterno abbraccio?
Questa sensazione meravigliosa nasce da un’esigenza che è prettamente spirituale. In ogni essere umano è presente la tendenza verso l’assoluto, il bisogno di un bene infinito, assoluto, totale: questo bisogno è in realtà un bisogno di Dio perché nessun bene materiale, nessun amore umano può essere infinito, assoluto, totale.
Per Jurg Willi, l'aspirazione al perfetto abbandono nell'amore ha il carattere archetipico dell'unione mistica: è il desiderio di uno stato originario in cui ci si fonde liberamente in un tutto più vasto, si fa parte di qualcosa che tutto comprende.
Si tratta del desiderio di ritornare a quella situazione paradisiaca in cui lo stato d'isolamento si dissolve e si confluisce in una coscienza trascendente. E', in fondo, una nostalgia religiosa dell'unione mistica con Dio, nella quale ci si svuota di ogni creatura limitata e imperfetta per essere riempiti della Divinità. Nell’inconscio di ogni essere umano, all'origine del desiderio d'amore c'è il desiderio di Dio. In questa vita, infatti, il perfetto abbandono nell'amore si limita ad alcuni momenti impossibili da prolungare e conservare: ogni amore umano è, per sua natura, limitato, imperfetto, soggetto alla delusione, incapace di riempire completamente il cuore dell'uomo.
Tutti gli esseri umani hanno bisogno di sentirsi completi e appagati totalmente, tutti hanno bisogno di questa pienezza, tutti hanno bisogno di essere riempiti da Dio e nessuno è un recipiente con le stesse capacità di un altro: il Paradiso è proprio quella condizione in cui ognuno avrà tutto ciò che basta per lui.
Credere che sia possibile trovare nel coniuge o nell'amante colui o colei che possa soddisfare tutti i nostri bisogni e tutte le nostre aspirazioni costituisce propriamente l'illusione del cosiddetto amore romantico
L'amore romantico è un tentativo di realizzare lo stato paradisiaco in terra attraverso un'esperienza di solidarietà perfetta con un essere umano che viene ritenuto portatore di qualcosa di assoluto e che ci è sempre mancato.
Si tratta di un desiderio verso la totalità, verso la perfezione che dà origine ad una sorta di ossessione della fantasia concentrata sull'immagine della persona amata le cui caratteristiche sembrano avere un fascino speciale.
Gli studiosi di psicologia concordano nel ritenere che, in realtà, l'immagine che seduce negli innamoramenti di tipo romantico - e soprattutto nella fenomenologia del colpo di fulmine - è un'immagine interiore che l'altro è stato capace soltanto di richiamare alla mente: si tratta di una dimensione interna che emerge, l'individuo viene - rapito - non dall'essere che gli sta dinanzi ma da un'idea di cui era inconsciamente portatore, un'idea che viene risvegliata ed evocata dall'incontro.
L'amore romantico non funziona mai perché non appartiene alla realtà dei rapporti umani, esso è il surrogato di un'esigenza religiosa che non ha trovato o che ha smarrito la propria consapevolezza: nasce dal tentativo di attribuire ad una creatura umana un valore di infinità, dal tentativo di concentrare su questa il desiderio insoddisfatto di perfezione e di infinito.
Quando il desiderio di realizzare il perfetto abbandono nell'amore viene cercato non in Dio ma nelle creature, il cuore dell'uomo diventa inquieto e questo può indurre ad una ricerca quasi morbosa di rapporti sentimentali o sessuali che tuttavia non sono in grado di soddisfarlo.
(cfr Jurg Willi, Che cosa tiene insieme le coppie, Arnoldo Mondadori editore, Milano 1992, traduzione di Paola Massardo e Palma Severi, pp.20-24;
cfr Francesco Alberoni, Innamoramento e amore, Garzanti, Milano 1992, pp.21, 57, 62, 77-78;
cfr Aldo Carotenuto, Eros e Pathos, Bompiani, Milano 1994, pp.21-25, 41-47;
cfr M. Scott Peck, Un’infinita voglia di bene, Frassinelli editore, Como 1995, traduzione di Laura Sgorbati Buosi, pp.224-225 )
S. Agostino, che prima della conversione confessava di non poter dormire in un letto senza una donna, scrive :"
Ci hai fatti per Te, Signore, e il nostro cuore sarà irrequieto fin quando non si abbandonerà in Te"
( citato in S. Tommaso d’Aquino, Opuscoli teologico-spirituali, ed Paoline, Roma 1976, traduzione di P. Raimondo M. Sorgia o.p., pag. 254 )
La dottrina della Chiesa Cattolica ricorda che il bisogno di un amore assoluto e perfetto troverà soluzione e appagamento soltanto nella vita del mondo che verrà perché solo l'unione con Dio farà nascere nell'uomo un amore di tale profondità in grado di soddisfare ogni bisogno ed in grado di rendere inutile la stessa necessità del matrimonio, la stessa necessità della relazione sessuale: solo la perfetta comunione con Dio realizzerà la perfetta comunione con se stessi e con gli altri. Per questo Nostro Signore Gesù Cristo rivela che: - alla risurrezione.... non si prende né moglie né marito, ma si è come angeli nel cielo–(Mt 22,30;
cfr Giovanni Paolo II, Uomo e donna lo creò, catechesi sull’amore umano, Città nuova editrice e Libreria editrice Vaticana, Roma 1985, capitolo 68 )
Pretendere dalla relazione di coppia un amore senza limiti, senza difetti, senza delusioni significa non comprendere la necessità dell'impegno, del sacrificio, della responsabilità per la riuscita del rapporto.
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