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Triangoli : L'Agonia e L'Estasi

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Messaggio Da admin Mer 22 Ago - 11:59

TRIANGOLI: L'AGONIA E L'ESTASI

Le persone sane abbandonano il triangolo non appena si accorgono di esserci dentro. I dipendenti affettivi vi rimangono invischiati sperando che le cose si risolveranno da sole con il tempo. Questo accade perché i dipendenti affettivi non sanno lasciar andare le relazioni. Non tollerano l’ansia della separazione. Una volta che si sono legati a qualcuno, lasciarlo andare è per loro come la morte. Alcuni dipendenti affettivi che si trovano in un triangolo muoiono nel tentativo di trovare una soluzione. Si uccidono oppure uccidono qualcun altro nel triangolo. I media sono pieni di “Crimini del cuore”.

Una delle ragioni per cui i dipendenti affettivi hanno un’alta tolleranza al dolore causato da un triangolo è perché quando erano bambini il triangolo naturale tra madre, padre e bambino è stato vissuto in maniera sbagliata. Solitamente il bambino è stato rifiutato da uno dei genitori ed ha avuto un rapporto di incesto con l’altro – non necessariamente un incesto sessuale ma piuttosto emotivo. La diade Rifiuto/Incesto esalta il triangolo amoroso. L’esperienza edipica, in cui il bambino adora un genitore ed entra in competizione con l’altro, non viene superata con impatto trascurabile nel futuro del bambino, anzi si radica nella psiche del bambino e lo ferisce profondamente.

Così, il triangolo è percepito come familiare e per alcuni versi confortevole. Ciò spiega perché la persona coinvolta abbia un’alta tolleranza al dolore ed alla sofferenza del triangolo. Inoltre alcuni dipendenti affettivi inconsciamente cercano di risolvere la ferita della loro infanzia ricreando il triangolo familiare – per innumerevoli volte, ancora e ancora.
Sono ossessionate dall’idea che le cose andranno diversamente (lieto fine) ogni volta. Sfortunatamente non è questo il modo per guarire le ferite dell’infanzia. Non puoi tornare indietro sulla “scena del crimine” e commettere il crimine all’infinito.
Devi tornare alla scena del crimine durante una psicoterapia, guidato da un illuminato testimone. Torni indietro al dolore, perdoni, lasci andare e cominci ad agire.

Ci sono anche coloro che accettano il lato negativo del triangolo per via dell’estasi che spesso accompagna questo tipo di situazione. I triangoli possono essere come montagne russe. In alcuni momenti la persona vola in alto come un aquilone. Ma si paga un prezzo talmente alto per voler provare quel brivido dell’essere scelti come vincitori di una gara. Anche questo è spesso legato con l’esperienza edipica infantile nella quale il bambino cerca di essere scelto dal genitore che adora al posto dell’altro genitore.


La cosa più importante da sapere sui triangoli è che non sono sani e sono potenzialmente pericolosi. Il Dr. Phil lo dice ripetutamente ed io concordo. Noi siamo fatti per essere monogami per più ragioni di quante ne possa elencare qui. Solo gli edonisti ed i dipendenti dal sesso davvero difendono l’agonia e l’estasi del triangolo.
Sono d’accordo con il Dr Phil anche quando dice che raramente ci sono tre persone con la medesima volontà di stare in un triangolo, qualcuno solitamente è infelice della situazione, anche se non lo ammette. Quindi, se mai dovessi trovarti in un triangolo, escine subito. Scappa. Anche se sei sposato con figli, scappa, finche il tuo partner non si sia curato con il Recupero ed abbia rinunciato alla sua inclinazione ad avere più partners.

Da un articolo di Susan Peabody http://loveaddictionforum.proboards.com ... thread=214
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Messaggio Da Lilith Mer 22 Ago - 12:09

Articolo fantastico!
Mi ci sono ritrovata in pieno ed è quello che sta emergendo nella mia psicoterapia.
Io sono dentro ad un triangolo con varianti di altri lati ( harem ) con questo mio PoA e anche con la relazione precedente, in tutte le mie relazioni ero l'altra.

Essendo la mia psicoterapeuta freudiana sta cercando insieme a me le dinamiche vissute da me bambina sbagliate e questa del triangolo è una delle spiegazioni che più conferma la mia coazione a ripetere.

Sono molto felice di questo articolo, mi ci riconosco e so che devo lavorare sul quel rapporto d'origine, non salvare la mia relazione insana.

E' che non sento più quella bambina, non riesco a sentirla, è più facile attuando una coazione, la ferita si riapre ma quella d'origine è lontana, forse perchè fa tanto male, forse perchè ricontattarla non è così immediato.

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Messaggio Da penelope Mer 22 Ago - 15:55

grazie Luce, questo articolo mi piace tantissimo..un anno e mezzo fa, il mio poa mi disse che aveva conosciuto un'altra e che non gli sembrava giusto frequentare entrambe, ricordo che mi sono sentita morire!.. poi ho deciso che dovevo togliere di mezzo l'altra, come se fosse una gara, dovevo vincere!..io avevo investito troppi anni in quell'amore mai realizzato, avevo pianto troppo, avevo pregato avevo fatto di tutto per lui non poteva una qualunque portarmelo via,..ragazzi ho rischiato la follia!!! dopo 10 giorni gli mando un messaggio con scritto mi manchi e lui, da narcisista com'è, ha ripreso a giocare più sporco di prima..sì lui è stato uno stronzo perchè mi ha detto delle bugie per portarmi di nuovo a letto ha detto frasi bellissime che dopo si è rimangiato ma anch'io mi prendo le mie responsabilità, e questa storia non è l'unica in cui sono stata l'altra...C'è qualcosa di familiare in queste dinamiche,è come se la soglia della mia sopportazione fosse più alta del normale ma anche in me, cara Lilith, manca un tassello del puzzle,è come se mi sfuggisse qualcosa..

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Messaggio Da daisy Mer 22 Ago - 16:30

si è vero è molto bello l'articolo e più frequento questo forum più mi rendo conto che le nostre storie sono simili.
Affrontare quello che ho vissuto da bambina è quello che cerco di fare con la psicoterapia, ma è doloroso e preferisco farmi del male con un uomo che non mi vuole più.
ho scelto la soluzione più semplice per evitare il mio vero dolore.
grazie ancora

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Messaggio Da Lilith Mer 22 Ago - 17:20

Esatto daisy, affrontiamo il dolore con il PoA piuttosto che il dolore della famiglia d'origine per varie ragioni.
Anche a me Penelope manca un tassello, forse più di uno, un mistero del mio cuore.
Quello che abbiamo vissuto da bambine facciamo fatica a contattarlo, è lontano ed abbiamo represso tante emozioni che si sono solidificate ed hanno generato ciò che siamo ora.

Io in questo momento sento odio, ieri era rabbia, odio per mio padre che pover'uomo, non è mica cattivo...ed odio per il PoA che con il suo silenzio mi uccide dentro.

Quel silenzio di mio padre, troppo impegnato nella vita materica di due lavori e troppo stressato da un ruolo lavorativo che non gli apparteneva, una vita passata a dover fare la prima donna senza avere aspetti narcisistici sufficienti.
Quel ruolo che in parte ho ereditato, quel lavoro che non ho scelto, che ho accettato solo per avere la sua approvazione.

Il triangolo è quello fra noi, madre e padre.
In un qualche modo siamo diventate amanti di nostro padre, una competizione con la madre.
Amanti.....

Per me è stata la nostra comunanza di interessi culturali, la nostra nicchia, lì la mamma non poteva entrare, era solo mia e del papà, quel papà bellissimo e freddo.

Quel papà che non mi ha mai considerata, che lo fa adesso che avrei bisogno di carezze, non di sentrgli parlare da due anni di una casa da ristrutturare.

Quel papà che non sa cosa vuol dire amare male o che forse lo sa ma è troppo chiuso per poterlo ammettere a se stesso.

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Messaggio Da grazia65 Dom 1 Set - 10:57

Adesso finalmente sto riconoscendo gli estremi di questo triangolo familiare in cui ho vissuto gran parte della mia vita... Gli effetti sono stati devastanti sui rapporti all'interno della famiglia e io sono stata costretta ad un incesto emotivo ed ad un maternage, senza che avessi la possibilità di scappare, pena la mia sopravvivenza fisica e mentale... E' un momento doloroso, ma la scoperta mi entusiasma perchè è come se finalmente avessi trovato la medicina per un male oscuro che credevo incurabile...

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Messaggio Da admin Lun 2 Set - 17:38

Sono contenta che tu stia progredendo nella comprensione, Grazia, un abbraccio,

Luce
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Messaggio Da hope2013 Ven 6 Set - 19:54

E cosa accade quando il dipendente affettivo non ha più un'alta tolleranza al dolore e alla sofferenza del triangolo??? Io non ce la faccio più!!! Ho compreso perfettamente le dinamiche del triangolo, le ragioni che mi hanno indotto negli anni a ripetere gli stessi errori, le motivazioni edipiche che vi sono alla base ma....ma io voglio venirne fuori! Francamente non ho più voglia di vincere il "
trofeo"
, non credo più al lieto fine, non voglio più avere un padre che si accorga di me, un fidanzato o un marito innamorato di me, voglio solo smettere di soffrire. Mercoledì ho il primo incontro con il mio psicoterapeuta e spero che non si limiti a dirmi quello che già so ma che mi metta in testa una specie di casco per l'elettroschock e riesca a tirar fuori quel maledetto chiodo che non mi fa più vivere. Oggi sto malissimo, ho bisogno di credere che qualcosa cambierà, sono stanca e stremata. Hope...senza speranza.

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Messaggio Da ANGELA77 Ven 6 Set - 23:07

Ciao Hope...sono nuova del forum...ho letto il Tuo sfogo e l'ho sentito un po' anche mio...hai proprio ragione che si arriva ad un punto in cui la stanchezza è superiore ad ogni altra cosa...improvvisamente ci renfuamo conto che il lieto fine non arriverà mai...Io non ho parole magiche che possano darTi sollievo. ..ma Ti dico che io vivo le Tue stesse emozioni...lo stesso sconforto. ...la rabbia...il rancore...non sei sola...ma sono sicura che dentro di noi abbiamo la forza di metterci al centro e di uscire da questa gabbia!forza!

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Messaggio Da Linda03 Dom 20 Ott - 15:32

Ciao Hope e ciao Angela,
come state?
Come stanno procedendo le cose?
Comprendo molto bene la stanchezza che arriva a dei livelli al limite dell'umano, e forse lo supera, e poi dopo un pò di riposo, le cose paiono riniziare. Spero che quel riposo abbai portato voglia di guarire, io su questo fatico moltissimo, vado a momenti.
So che la battaglia durerà tutta la vita, non mi illudo e non credo sia la prima volta che lo scrivo.
E una battaglia è fatta di vittorie e brucianti sconfitte.
La paura più grande per me, o une delle paure più grandi,insieme a quella (credo come per molte di noi) dell'abbandono e del rifiuto, è quella della rassegnazione, di lasciarsi andare in modo inevitabile a tutto questo dolore. Lottare in fondo significa essere vivi, nonostante tutto, e questo, anche quando la mattina (ci sono certe mattine e notti atroci, senz'aria e lunghissime) non si ha voglia nemmeno di scendere dal letto, comunque aprendo gli occhi scegliamo la Vita ed è una cosa non scontata ma ENORME.
Un abbraccio
Linda

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Messaggio Da ANGELA77 Lun 21 Ott - 13:58

Ciao Linda...grazie x le Tue righe. ..in questo ultimo mese ci siamo presi e lasciati minimo altre 3/4 volte. ..per me uno strazio. ..ogni volta che torna io mi creo l'aspettativa che lui si comporti in modo più attento con me o di riuscire io a farmi scivolare addosso ogni cosa...e invece puntualmente non accade nessuna delle due cose...e dopo qyakche giorno di apparente sereno ecco che crollo di nuovo. ..Ieri mi raccontava di aver portato sua moglie fuori per il weekend...soli...Io ci son rimasta male. ..e lui al mio dispiacere ha scaraventato tutte le peggiori cattiverie. ..che non mi deve nulka,che lui ha il diritto di fare con sua moglie quello che vuole,come lui non s'interessa di quello che faccio con mio marito io non devo interessarmi a quello che fa con la moglie,mi ha detto che x lui l'amore è una cosa superflua...che può farne a meni...che io gli creo solo pensieri...e che non vuole più saperne....che non l'ho mai amato e non gli sono mai stata vicina. ...Sono distrutta.....

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Messaggio Da Linda03 Lun 21 Ott - 15:15

Mi dispiace Angela...capisco bene quando dici che sei distrutta.
Ma tu sei in terapia? Forse si l'hai scritto e ora non mi ricordo, da sola però è dura venirne fuori, forse impossibile.
Te lo scrivo per questo.
Ho postato su un altro post un link per gruppi di aiuto.
A Bologna ho visto un sito che si chiama Amabo e se clicchi in rete qualcosa puoi trovare. Ora io non so in che parte dell'Italia tu viva ma puoi provare a vedere.
Almeno dai un sollievo, trovi una via a questo dolore.
Credo che da sposata avere un'ossessione affettiva per un altro sposato, sia davvero delirante e mi rendo conto quanto questo rientri benissimo nella nostra patologia.
IO sono stata innamorata di un uomo, mio professore, più grande di me di 15 anni, sposato, io no, grazie a Dio fra noi non è successo niente di fisico, (io ero, sono bloccata, vivo storie virtuali, questa è la mia forma di dipendenza)e lo scrivo perchè avevo molti scrupoli, sensi di colpa verso la moglie, le figlie e anche verso la mia vita.
Anche se i sensi di colpa non arrestavano la mia dipendenza. Ha staccato lui.
Io spero tu riesca a staccarti da questa persona, da come scrivi, è un altro incasinato. Noi attiriamo per lo più persone incasinate.Solo la distanza per quanto ti terrorizzi (terrorizza anche me) può un pò darti aria per cercare di trovare un pò di forza.
Io da fuori posso dirti "
è uno str.... che non merita il tuo dolore"
ma so che da dentro le emozioni giocano un altro tiro e quel tiro va corretto.
Hai diritto alla felicità, qui e ora, a vivere una vita piena non rari momenti di euforia.
Lo scrivo in primis a me stessa, al mio modo malsano di fuggire la realtà nell'eccitazione delle mie fantasie... leggi, e prova a non ripiegarti solo su di te.
Un abbraccio,
Linda

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Messaggio Da ANGELA77 Mar 22 Ott - 10:41

Ciao e grazie intanto per le parole di vicinanza che mi dedichi...Non sono in terapia...ci ho provato...ho parlato con un paio di psicologi....ma ne uscivo malissimo. ..giudicata...Poi,sono finita in psichiatria. ..i pensieri di suicidio erano sempre più presenti....dimagrivo, non ero più lucida...ma la terapia che mi è stata presentata mi ha spaventato...e sono ricorsa ad una dottoressa omeopata che con qualche granulino magico mi ha rafforzato un pochino....ma niente di più.
Lui è un inaffettivo totale....ama solo se stesso,mi ha sempre detto che i suoi sono limiti caratteriali, che non è mai stato abituato a sentirsi amato e ad amare....i suoi rapporti con l'esterno,famiglia compresa,sono di rispetto,senso del dovere,educazione...ma mai nessun coinvolgimento emotivo. ..E quindi io giustifico sempre tutto...anzi ogni volta che mi fa star male vado io ad aiutarlo a risolvere il conflitto....mi addosso tutte le colpe. ..ma poi scoppio e recrimino a volte in modo eccessivo la sua sufficienza...attacchi di panico,crisi epilettiche...insomma. ..un delirio. ..Leggendo e scoprendo la patologia di nome Dipendenza affettiva, capisco che gli abusi di mio fratello,la violenza di mio padre in famiglia,abbiano creato una buona base x questa malattia. ..Dalla discussione al telefono di domenica non si è più fatto sentire...l'ho cercato con discrezione ma niente. ..Come ogni suo silenzio vivo l'ansia e il terrore che mi abbandoni...che si sia stancato di una come me....ma questo Tu e le donne che ci leggono lo sanno bene. ..

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Messaggio Da Linda03 Mar 12 Nov - 20:53

Cara Angela,
come stai?
Mi spiace che nella tua famiglia come anche nella mia ci siano stati tanto dolore e violenza, d'altronde noi siamo disabili affettive, ho trovato questa definizione in uno splendido libro consigliatami da una del forum (guarire le ferite del passato, Claudia Rainville, lo trovi su internet) che ho sentito subito mia, siamo spezzate non a caso.
Il compito è provare a non andare avanti così, a cambiare, almeno un pò, quegli schemi così naturali e fortissimi in noi, (come ho scritto decine di volte, lo dico prima a me e poi alle altre), che ci portano ad annullarsi per l'altro, pur di ricevere amore, o meglio, una bruttisima copia in carta carbone dell'amore.
La rabbia che anch'io io ho respirato la sento fortissima dentro di me e mi spaventa.
Ho una gelosia possessiva e feroce e ne ho terrore, il mio lato scuro mi spaventa tanto, so quanto potente possa essere l'urlo dentro a quel vuoto, dentro al mio, al nostro vuoto.
Credo tu possa provare e debba provare a cercare qualcuno, anche se non professionista, con cui parlare, a cui aprirti perchè sola si scoppia.
C'è molta gente in giro che soffre le pene dell'inferno come noi, più o meno a periodi alternati, ma che si sente sola e che ha bisogno di sostegno e di vicinanza. L'isolamento è una delle parti subdole della malattia perchè mette una barriera con la vita e non è giusto, fa solo più male.
Non ti parlo da nessun pulpito, sono anche io un gran casino, però non essere soli è una cosa grossa, chi ne è uscito, chi è un dipendente in recupero, non lo fa quasi mai da solo.
Ti mando un caro abbraccio,
Linda

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Messaggio Da Jema8 Gio 5 Dic - 22:07

Quante di noi con la stessa storia....quel forte dolore in petto e lo stomaco schiacciato e' chiarissimo e' proprio qui il problema il triangolo da bambina con la mamma e il papà....io ho sempre amato mio padre da bambina quasi come fosse il mio fidanzato solo che lui ha sempre amato mia madre più di me nel senso che lui dipendesse solo da lei....mia madre non la mai pensato più di tanto mai amato veramente e io mi sono sempre presa cura di lui....fin quando lei lo ha lasciato e lui mi supplicava di non farlo lasciare visto che per mia mamma la mia parola contava molto e mi sono trovata ad odiar la anche se lei oggi obiettivamente posso dire che mi ha sempre amato la sua pecca essere una persona fredda....oggi che ho 31 anni e loro sono lasciati da 10 mio padre mi dice sempre di a armi più della sua vita ma a me non interessa piu...ho creato la stessa storia con molti uomini poi sono arrivata a mio marito conquistato da un altra donna ma perso per un altra e li ho toccato il fono....mi faccio solo due domande.... Ho una sorella più grande di me che Nn ha per niente il mio problema anzi è il mio opposto sicura di se,piena di passione,piena di autostima,di hobby,sa dare tanto amore com'è possibile che io sono così? L altra e che leggo che bisogna affidarmi a dio ma io Nn la sento questa fede come ci riesco? Sento che il problema debba risolverei in se stessi...mi piacerebbe parlare con qualcuno che ne è uscito da parecchio....un abbraccio a tutte

Jema8

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Messaggio Da Linda03 Dom 8 Dic - 16:18

Ciao Jenna,
purtroppo non sono la persona che ne è uscita da parecchio e non posso aiutarti come vorresti.
Ho letto un recente di post di Frisco sui 12 passi e credo sia molto utile.
Anche nella tua storia ci sono ferite e lutti e, come hai scritto tu, un dolore al petto che schiaccia.
Per quanto riguarda tua sorella, penso che anche lei abbia ivece un bel un carico anche se non lo dà a vedere, tutte le persone che provengono da famiglie disfunzionali portano addosso dei tagli, la differenza di reazione può essere legata a tanti aspetti e a tante condizioni che non dipendono sempre e solo dalla propria natura.
In ogni caso ognuno sente il proprio dolore ed è con se stesso che deve fare i conti, con i propri nodi e i propri desideri profondi.
La spiritualità e il rapporto con Dio sono qualcosa di personale ma la contempo anche di collettivo, la forza che si trova in se stessi e di cui tu giustamente scrivi, per me, non nasce e non si sviluppa da sé, anche se a noi è affidata, così come la libertà.
Io sono una disabile affettiva, l'ho scritto diverse volte oramai, ho 39 anni e, domani, 6 mesi e non ho mai avuto una storia vera, tutte fughe e amori impossibili, all'oggi so che se non ci fosse stato Qualcuno dentro di me io mi sarei uccisa tanto il dolore vissuto e che anche oggi in vari momenti vivo, guardo le mie amiche, i conscenti e alle volte il sentimento di fallimento è schiacciante, sebbene comprenda benissimo che quella del paragone è una trappola velenosa e subdola.
E' una lotta ardua,lunghissima.
Nella sezione 12 passi c'è una parte dei passi per non credenti, leggila.
Un caro abbraccio,
Linda

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